E'
un progetto artistico che si realizza in una mostra d’arte
itinerante e che trova spazio nei contenitori dedicati all’arte,
in collaborazione con Associazioni culturali e Istituzioni pubbliche,
come un percorso “metropolitano” al di fuori dallo spazio
e dal tempo. Pittura, fotografia, video: una contaminazione di stili
sapientemente dosati dall’interiorità di personalità
sensibili che operano nel settore dell’arte e che rappresentano,
attraverso le proprie idee, una nuova figurazione in forme singolari
e in chiave contemporanea: astrazioni, paesaggi “intimi”
e mistici. Uno sguardo nella propria interiorità, attraverso
un racconto artistico in divenire.
Sguardinteriori
ad Almagià Artificerie di Sabina Ghinassi
Ospitare una mostra come quella coordinata
dall’artista Cinzia Fontanelli e dal Sognoelektra Project
Art alle Artificerie Almagià, in un momento importante del
suo percorso come quello del Festival Ammutinamenti,
appuntamento tra i più rilevanti all’interno dell’orizzonte
della danza contemporanea e di ricerca italiana ed internazionale,
non può che segnare, ancora una volta, la vocazione contaminata
di questo spazio, destinato sin dagli esordi a diventare la sede
di eventi dilatati nei quali le varie discipline artistiche potessero
liberamente dialogare ed interagire. Sguardinteriori
si inserisce in quest’ottica, raccontando esperienze artistiche
differenti, unite da due unici elementi: la radice, che è
da ricercare nel talento del territorio, e l’età degli
artisti, tutti under ’50. Linguaggio, media espressivi ed
esiti appartengono a mondi differenti, quasi il gruppo di artisti
riuniti in quest’associazione avesse fatto della ricerca libera
ed individuale una priorità assoluta, senza perseguire ossessivamente
il fine di un’unica veste linguistica. Così la fotografia
digitale si trova unita alla pittura, la pittura fredda si confronta
con il calore del gesto informale, l’iperrealismo dialoga
dolcemente con un paesaggio più delicatamente onirico. La
scelta delle opere in mostra si collega al Festival Ammutinamenti
e parla di corpi e paesaggi, corpi nei paesaggi. Paesaggi urbani,
fermati nella loro frenesia di loop da Alfonso e Nicola Vaccari,
oppure paesaggi naturali, raccolti dalla scrittura incantata d’Oriente
di Jacopo Dalmastri Giugni. Insieme ci sono le architetture “umanistiche”
e visionarie di Gabriele Catozzi e le riflessioni
zenitali sul corpo e sulla figura umana di Cinzia Fontanelli,
quelle di Moreno Diana, diafane ed evanescenti
e insieme forti nella manipolazione gestuale, e, infine, le delicate
sinfonie segnico-materiche di Giovanni Ciucci.
Quasi questa mostra raccontasse, come un grande fondale teatrale
destinato a fondersi con i corpi dei danzatori, la varietà
e la libertà dell’arte contemporanea, le mille possibilità
di incontri-scontri, confronti e unioni tra elementi in apparenza
lontani eppure, poeticamente ed imprescindibilmente, vicini.
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>Le
musiche scritte
da Giovanni Ciucci per accompagnare l’esposizione SGUARDINTERIORI
fungono da colonna sonora al susseguirsi delle opere.
La filosofia alla base dell’opportunità di dedicare
una narrazione musicale all’evento esula dalle prerogative
della musica ambient (o di sottofondo), intese come pura ricerca
di sonorità legate agli spazi allestiti; piuttosto vuole
sottolineare l’esperienza estetica che nasce dal connubio
tra la successione e diversità di immagini con la trama musicale,
riconducibile al concetto di complementarità.
Un’esperienza percettiva, questa, più riconducibile
alle peculiarità della colonna sonora o del video-clip, seppur
in chiave più dilatata e con tempi non serrati, dove appunto
le immagini e i suoni si fondono per enfatizzarsi reciprocamente,
e per realizzare una mostra da attraversare, osservare e ascoltare
nel contempo.
Nelle composizioni musicali si possono riscontrare, a livello stilistico,
richiami alla musica jazz, all’elettronica più meditativa-introspettiva,
alle colonne sonore, sebbene ricondotti e trattati in un contesto
prettamente contemporaneo.
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