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AGENDA
EVENTI
a cura
di Valentina Mariani
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L’ALSAZIA,
terra di vino e cultura.
Una
regione ricca di storia
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Colmar,
La Maison Pfister - Foto V.
Mariani |
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L’Alsazia,
terra di vino e cultura
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Strasburgo,
La Petite France - Foto
V. Mariani |
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Una
regione ricca di storia:
i Romani vi arrivarono nel 58
a.C. per combattere gli Alemanni,
quasi un presagio del suo destino
di terra contesa. Il nome con
cui oggi la conosciamo comparve
per la prima volta intorno all’anno
625, quando per circa un secolo
fu un ducato. Nei secoli successivi,
l’Alsazia divenne
culla dell’arte
gotica e centro propulsore
dell’arte tipografica,
per poi essere, nel XVI secolo,
uno dei centri dell’Umanesimo
e della Riforma Protestante.
Dopo un periodo di declino,
dovuto alla Guerra dei Trent’Anni,
a partire dal 1648 la regione
venne gradualmente annessa al
Regno di Francia.
Dopo essere stata un’importante
risorsa durante l’età
napoleonica, dal 1871 l’Alsazia
entrò a far parte dell’Impero
Tedesco. Da qui iniziano
le vicende storiche che ci fanno
ricordare questa regione di
confine (insieme alla Lorena),
come una terra eternamente contesa
tra francesi e tedeschi; infatti,
dopo la Grande Guerra, nel 1918
fu restituita alla Francia,
per poi finire sotto il regime
nazista dal 1940 al 1945. Dopo
la Seconda Guerra Mondiale,
l’Alsazia
divenne definitivamente parte
integrante della Francia. |
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Collocata
nel cuore
dell’Europa,
confinante con
Svizzera e Germania,
questa regione,
che gode di
un forte spirito
identitario,
conseguenza
delle vicissitudini
storiche che
l’hanno
coinvolta, racchiude
moltissimi tesori
per chi abbia
qualche giorno
di tempo per
percorrere le
sue strade.
Prima
ancora
di raggiungere
Strasburgo
e Colmar,
è bellissimo
addentrarsi
nella regione
lungo la via
dei vini,
caratterizzata
da un pacifico
panorama collinare
con vigneti
a perdita d’occhio.
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Strasburgo,
La Cattedrale di Notre Dame
-
Foto
V. Mariani |
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Colmar,
La Petite Venise - Foto
V. Mariani
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Qua
e là vale
la pena di
fermarsi nei piccoli
villaggi sparsi
tra le colline,
dove si possono
avvistare le cicogne,
simbolo dell’Alsazia,
acquistare prodotti
dell’artigianato
locale, ma soprattutto
gustare un ottimo
bicchiere di Riesling,
insieme a un piatto
della tipica choucroute.
Fra i più
celebri di questi
villaggi c’è
sicuramente la
“perle
du vignoble”,
Riquewihr.
Con le sue case
multicolore a
graticcio, risalenti
al XVI secolo,
e la capacità
tutta francese
di mantenerle
intatte, come
fossero dei giorni
nostri, Riquewihr
offre un breve
viaggio in un
altro tempo. |
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Per
gli appassionati del Medioevo,
l’Alsazia nasconde
tra le sue foreste moltissimi
castelli; il
più celebre è
senza dubbio l’Haut
Koenigsbourg, che conta
oltre 600000 visitatori ogni
anno. La sua costruzione risale
al XII secolo, perché
svolgesse la funzione di controllo
sulle vie del vino e del grano
a nord e sulle vie dell’argento
e del sale da occidente a oriente.
Un luogo affascinante, che si
raggiunge attraverso sentieri
boschivi e che regala una magnifica
vista dall’alto sulla
regione. La ricostruzione è
piuttosto recente, infatti oggi
l’edificio si mostra intatto
agli occhi dei visitatori: nel
1899, l’imperatore tedesco
Guglielmo II
volle il restauro, affinché
l’Haut Koenigsbourg divenisse
il simbolo dell’Alsazia,
tornata a far parte della Germania.
Per gli amanti del cinema poi,
questo castello ha un valore
in più: fu infatti qui
che Jean Renoir,
nel 1936, girò alcune
riprese del film “La grande
illusione”. |
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Lasciati
i castelli e i vigneti, tappe
obbligate di un giro in Alsazia
sono le due città più
importanti (oltre all’industriale
Mulhouse): Strasburgo
e Colmar.
Strasburgo,
il cui centro storico è
stato il primo in Francia ad
essere dichiarato Patrimonio
mondiale dell’umanità
dall’Unesco nel 1988,
è capitale politica dell’Unione
Europea, insieme a Bruxelles.
Ospita infatti il Parlamento
Europeo, il Consiglio d’Europa
e la Corte Europea dei Diritti
dell’Uomo.
Il centro storico, la
Grande Île, racchiude
i maggiori punti di interesse
della città. Innanzitutto
la grandiosa cattedrale
gotica: iniziata del
1015 e terminata nel 1439, con
i suoi 142 metri di altezza
e il colore rossiccio, dato
dalla pietra arenaria dei Vosgi,
è una delle più
celebri della Francia. La grandiosità
del progetto ha determinato
la sua incompiutezza: solo una
delle due torri di facciata
è stata portata a termine.
Al proprio interno, la chiesa
custodisce un bellissimo Orologio
Astronomico rinascimentale.
Sulla piazza della cattedrale
di affaccia anche la Maison
Kammerzell, il cui
portico intagliato nella pietra
ospitava nel XV secolo le botteghe
di mercanti e commercianti.
Le decorazioni intagliate nel
legno, visibili ancora oggi
in corrispondenza dei piani
superiori, risalgono al 1589.
Cuore della Grande Île
è la Petite France,
il quartiere costruito sull’acqua
che un tempo ospitava le case
di pescatori, mugnai e conciatori.
Le case a graticcio con i tetti
spioventi, del XVI e XVII secolo,
incorniciano caratteristicamente
i suoi vicoli e le sue piazze.
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Colmar
- Foto V. Mariani |
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Più
piccola e modesta, ma altrettanto
affascinate, è Colmar.
Anch’essa dominata dalle
case a graticcio, è ornata
da fiori e canali d’acqua.
Questi ultimi hanno dato a un
suo quartiere, il più
pittoresco e il più romantico,
il titolo di Petite
Venise. Tutta percorribile
a piedi, pur non essendo una
metropoli offre moltissimo da
vedere. A partire dall’architettura
religiosa: la Collégiale
Saint – Martin,
costruita tra il 1235 e il 1365
sulle rovine di un’antica
chiesa dell’XI secolo,
è una delle massime espressioni
dell’arte gotica
in Alsazia, insieme
all’Eglise des
Dominicains. Quest’ultima
ospita al suo interno uno dei
capolavori di Martin
Schongauer, “La
Madonna del Roseto”.
Simbolo dell’antica Colmar
è la Maison Pfister,
costruita nel 1537: ancora medievale
nell’impianto, presenta
una decorazione già pienamente
rinascimentale. Altra maison
degna di nota, e che senza dubbio
attira lo sguardo dei passanti,
è la Maison des
Têtes, voluta
nel 1609 dal mercante Anton
Burger; il suo nome deriva dalle
numerose maschere grottesche
che ne decorano la facciata. |
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Da
non perdere, infine, il Museo
Unterlinden, che oltre
a custodire nelle sue sale un
ricchissimo campionario dell’arte
renana dal Medioevo al Rinascimento,
ospita il celebre polittico
di Issenheim, opera del pittore
fiammingo Matthias Grünewald
(1512 -1516). La grandiosità
di questo dipinto consiste non
solo nelle sue dimensioni o
nello stile magistrale, ma anche
nella sua fattura: si tratta
infatti di un insieme di ante
componibili che, aperte o chiuse,
mostrano scene diverse.
Uno dei periodi migliori per
visitare l’Alsazia e assaporarne
al meglio l’atmosfera
è sicuramente l’inverno,
quando, in occasione dei celebri
mercatini di Natale, dal 25
novembre al 6 gennaio città
e paesi vengono addobbati e
illuminati a festa e offrono
ad abitanti e visitatori il
loro artigianato, visite nelle
cantine con degustazioni di
vino, concerti e passeggiate
a lume di candela. |
Segnala |
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Valentina Mariani
Viaggio Alsazia
giugno/luglio pubblicazione settembre
2011 |
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Valentina
Mariani |
Valentina Mariani (Varese,
1988) dopo il diploma al liceo
classico, ha conseguito una
laurea triennale in Lettere
Moderne con curriculum storico
– artistico presso l’Università
degli Studi di Pavia. Attualmente
è iscritta alla laurea
magistrale in Storia delle Arti
dall’Antichità
al Contemporaneo nello stesso
ateneo. Da sempre appassionata
di scrittura, negli anni passati
ha partecipato con buoni risultati
a diversi concorsi letterari.
Collabora con alcune testate
web che si occupano di storia
dell’arte ed esposizioni
temporanee.
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