|
|
|
|
AGENDA EVENTI
a cura di
Valentina Mariani
_______________________
CRYSTAL
OF RESISTANCE
Panico e
universalità: Thomas
Hirschhorn
per il Padiglione Svizzera
alla 54a Biennale di Venezia - Giardini
|
|
|
|
|
|
|
Foto
Padiglione Svizzera Biennale Venezia
-
Copyright Sognoelektra |
|
|
|
CRYSTAL
OF RESISTANCE
Panico e universalità:
Thomas Hirschhorn
per il Padiglione Svizzera
alla 54a Biennale di
Venezia - Giardini
Se non il migliore, sicuramente
uno dei più convincenti.
Se non altro perché coinvolgente
e per i notevoli spunti di riflessione
che offre.
Entrare nel Padiglione
di Thomas Hirschhorn è
prima di tutto un’esperienza
sensoriale. Varcare la soglia
architettonica del padiglione
è come uscire dalla dimensione
reale lasciata alle spalle e
fare ingresso in un mondo altro.
Ancor prima di essere comunicativo,
il padiglione svizzero
crea un immediato impatto emotivo.
L’esuberanza di oggetti
– e, quindi, di immagini
– e il percorso costretto
e quasi soffocante avvolgono
il visitatore, chiunque egli
sia.
Questo il primo punto: Crystal
of Resistance
è un’opera d’arte
universalmente accessibile.
La molteplicità di suggestioni,
generata dalla moltitudine di
oggetti e di immagini create,
può comunicare qualcosa
a tutti. In ciascun caso, forse
con modalità e suggerimenti
differenti. Come l’artista
stesso scrive, nel testo che
accompagna la visita, l’estetica
del suo lavoro deve ricordare
quella di diversi ambienti,
dalla scenografia di uno scadente
film di fantascienza, a un museo
di cristalli di rocca creatosi
da sé. Allo stesso tempo,
questa “dimora terrena
e indistruttibile degli dei”
è creata dall’artista
– nel suo aspetto e nella
sua sostanza – per essere
unica, distinta e ineguagliabile,
per poter essere universale.
|
|
Foto
Padiglione Svizzera Biennale
Venezia -
Copyright Sognoelektra
|
.Tale
deve infatti
essere l’arte;
concepita dal
profondo dell’animo
dell’artista,
l’opera
d’arte
non deve –
secondo Hirschhorn
– confondersi
con il personale:
nel proprio
animo si deve
scoprire l’universale,
in quanto resistente.
Solo così
l’arte
potrà
essere resistenza
(questo l’elemento
filosofico
di Crystal
of Resistance)
e, di conseguenza,
davvero arte.
|
|
Forte
di un presupposto
ideologico tanto
profondo e convincente,
complesso e illustrato
su carta come
un pensiero filosofico, |
|
|
|
Foto
Padiglione Svizzera Biennale
Venezia -
Copyright Sognoelektra
|
Hirschhorn
trae
spunto per il
suo lavoro da
un ricordo quasi
banale, ma così
semplice da essere
universalmente
(ancora una volta)
comprensibile.
Questo il secondo
punto: la semplicità
alla base della
comunicatività.
L’elemento
amore (secondo
la “quadri
partizione del
campo di forma
e forza”
costruita dall’artista)
è il cristallo.
Il fascino di
un ricordo di
15 anni prima
convince l’artista
della sua intrinseca
bellezza: “un’immagine
semplice, meravigliosa
e universale”,
dei bambini che
sul passo della
Furka vendevano
cristalli esposti
su pezzi di cartone.
|
|
|
|
L’efficacia
dell’installazione svizzera
risiede anche in questo particolare,
nella potenzialità di
un piccolo frammento, che, nella
sua essenza, appartiene tanto
alla natura, quanto all’umanità.
E nelle consapevolezza che un
ragionamento complesso può
essere espresso e chiarito a
partire da un segno apparentemente
facile, ma coinvolgente, come
un cristallo.
Infine, l’elemento
amore associato ad
oggetti del quotidiano, moltiplicati
innumerevoli volte, per ottenere
il ‘troppo’ (elemento
estetico) che impedisce di prendere
le distanze e che obbliga il
visitatore a immergersi in questa
grotta artificiale, ma convincente.
Una volta trascinati nel turbine,
in uno spazio claustrofobico
e sovraffollato, ecco entrare
in gioco l’elemento politico,
è cioè il panico.
Lo spaesamento generato dal
percorso illusionistico –
attraverso televisori, riviste,
Barbie, cellulari e bottiglie,
il tutto legato da scotch e
coronato da pannelli isolanti
e argentati o da pezzi di vetro
che riflettono e confondono
– stimola inevitabilmente
la sensazione di panico ricercata
da Hirschhorn. Questo il terzo
punto: l’universalità
di Crystal of Resistance
non è solo sensazionalistica.
Raggiungere questa forza comunicativa
è utile per stimolare
delle domande. Il panico suggerisce
precarietà, e “il
precario crea sempre nuovi valori”.
Crystal of Resistance è
la costruzione di un altrove,
di un mondo altro, di un rifugio
dalla quotidianità, ma
è anche di più.
Thomas Hirschhorn è
artista che vive il suo tempo
e di questo tempo si nutre.
Addentrarsi nei meandri di Crystal
of Resistance non è
banale evasione, anzi: è
un ingresso forzato in quest’epoca
e nelle sue questioni più
urgenti. Se l’arte è
resistenza alle contingenze,
questo non significa che non
possa parlare di esse.
|
|
“E
non potrebbe essere che, invece
di proteggersi dal precario,
invece di non ammettere il precario
ed invece di respingere il precario,
il contrario – ovvero
la sua affermazione –
sia l’universale? Non
potrebbe essere che nel precario,
condiviso oggi da così
tante persone, ci sia la giustizia,
l’uguaglianza e la verità?”
L’efficacia del Padiglione
Svizzera risiede quindi in tre
punti fondamentali, che potrebbero
essere nuovi spunti –
se anche questo è lo
scopo di una manifestazione
cruciale come la Biennale
di Venezia.
Accessibilità universale:
non solo per sé, non
solo per gli addetti ai lavori,
non solo per un popolo. Quindi
la ricerca di un linguaggio
universalmente comprensibile.
La semplicità e l’immediatezza
di questo linguaggio, che possa
così permettere di costruire
e sostenere discorsi complessi.
Infine, una consapevolezza del
proprio tempo, che possa favorire
riflessioni sul contingente
ed essere pertanto mezzo per
trovare nuove soluzioni.
|
|
|
Valentina Mariani
Visita
luglio - pubblicazione agosto
2011 |
|
|
|
|
|