EMILIO
ISGRO’, FRATELLI
D’ITALIA
A Milano, al Palazzo delle Stelline,
la più completa mostra
mai dedicata all’artista
concettuale e poeta visivo italiano
ripercorre tramite tre celebri
istallazioni e oltre settanta
opere scelte, produzione e tematiche
dagli esordi, attorno ai primi
anni sessanta, fino ad oggi.
Fratelli
d’Italia è il titolo
dell’opera fulcro dell’esposizione,
un’imponente istallazione
che investe il visitatore al
suo ingresso in galleria. Costituita
da una lunga striscia bianca
con l’inno nazionale italiano
“cancellato” e brulicante
di formiche, l’opera fu
oggetto di polemiche e Isgrò
venne accusato di essere un
dissacratore. L’arte della
“cancellatura” parte
invece da una profonda riflessione
sul “non detto”
e si propone come un tentativo
di evidenziare e fare riemergere
i significati, ciò che
la retorica ha appiattito. Nulla
più retorico di un inno
allora, soprattutto se pensiamo
che Fratelli d’Italia
è la prima tappa di un
ciclo dedicato alla cancellazione
degli inni nazionali europei
e del mondo. Sua cifra più
conosciuta, la cancellatura,
come afferma il curatore Marco
Meneguzzo, è “minaccia
di sparizione ed epifania”
e si ritrova a partire dal 1964
in tutta la sua opera, nei cicli
delle “mappe” o
nei “libri”. L’esposizione
vanta pezzi come i famosi articoli
di giornale, i “particolari
di particolari”, le “storie
rosse”, i “semi
di arancia” (dei quali
uno splendido esemplare a dimensioni
gigantesche si trova nella natia
Barcellona Pozzo di Gotto, al
centro della piazza principale).
Non mancano, lungo tutto questo
percorso, intersezioni con la
religione, la politica, la letteratura,
il cinema. Isgrò è
soprattutto un’artista
poliedrico che si confronta
con la società in cui
vive e vi partecipa: le Biennali
veneziane, gli interventi teatrali,
la poesia non sono altro che
diverse sfaccettature di una
ricerca lunghissima che ha come
filo rosso il linguaggio, visivo
o verbale che sia. Una ricerca
che porta ad opere come i “paradossi”
o le “virgole”,
una ricerca che affonda le radici
in una vocazione letteraria
mai dimenticata. Chiudono la
mostra, nelle due stanze ricavate
alla fine della galleria, altre
due spettacolari istallazioni
: “L’ora italiana”
del 1985 e “L’avventurosa
vita di Emilio Isgrò”
del 1972. La prima, in memoria
della strage di Bologna, si
compone di venti elementi circolari
dal diametro di un metro, ciascuno
con incorporato un orologio
funzionante, e una riproduzione
audio del loro ticchettìo.
La seconda, di gusto squisitamente
“concettuale”, propone
una serie di dichiarazioni firmate
che riguardano l’artista.
Milano, patria d’adozione
dell’artista siciliano
sin dai lontani anni ’50,
ospita fino al 13 giugno nel
moderno spazio espositivo della
Galleria del Gruppo del Credito
Valtellinese, una mostra che
ripropone un artista ingiustamente
messo da parte e che invece
ha saputo confrontarsi con intellettuali
come Calvino, Dorlfes, Feltrinelli,
lasciando una traccia netta
nell’arte italiana degli
ultimi anni.
Aurora
Tamigio
mostra visitata il
29 aprile 2009
Emilio
Isgrò - Fratelli d’Italia,
Dal 19 marzo 2009 al 13 giugno
2009
Milano, Galleria Gruppo Credito
Valtellinese, Corso Magenta 59
+39 0248008015, +39 024814269
(fax)
Ma-V h 12-19 S-D h 10 -19, chiuso
il L, 2 giugno aperto 10-19
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