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MUSEI
a cura di Valentina Mariani

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Il Centre Pompidou di Parigi.
Chiamarlo “museo” è riduttivo.

 

 

   
   
 
Foto di V. Mariani - Ingresso Centre Pompidou
 
 
 
Il Centre Pompidou di Parigi.
Chiamarlo “museo” è riduttivo.
 
In una città come Parigi, che, pur con tutte le peculiarità che distinguono ciascun arrondissement, si presenta con incredibile coerenza, la presenza di un museo di arte moderna all’interno di un contenitore apparentemente stravagante come quello del Centre Pompidou può sembrare straniante. E invece il Beaubourg, progettato da Renzo Piano e Richard Rogers, con l’estesa piazza davanti all’ingresso – che durante le giornate di sole accoglie artisti di strada, giovani e turisti affaticati – si inserisce con naturalezza tra le strade parigine, anche senza avere il tipico tetto a punta in ardesia.
 

  Foto di V. Mariani - Centre Pompidou Collezione di Arte Contemporanea
La costruzione di un nuovo museo all’avanguardia fu fortemente voluta dal presidente francese Georges Pompidou. Tra gli anni ’50 e gli anni ’60 del Novecento, infatti, il centro propulsore della nascita di nuovi movimenti e il mercato dell’arte contemporanea si erano spostati negli Stati Uniti e Parigi aveva perso il prestigio artistico guadagnato negli anni precedenti. Pompidou pensò quindi di dare vita non a un semplice museo, ma a un vero e proprio centro culturale, che fosse attraente e innovativo anche nel suo aspetto. Un nuovo edificio, emblema dell’architettura contemporanea, che ancora oggi sarebbe riduttivo chiamare semplicemente “museo”. Se è vero, infatti, che il Centre Pompidou ospita le collezioni di Arte Moderna e di Arte Contemporanea, distribuite tra il quarto e il quinto piano, non bisogna dimenticare che accoglie nei suoi spazi anche la Biblioteca pubblica aperta tutti i giorni fino alle 22, dei cinema, spazi per spettacoli e concerti, nonché l’Ircam, un centro di ricerca e coordinamento di acustica e musica.
   
 
All’insegna dell’interdisciplinarietà, dunque, nel 1969 Pompidou elesse Place de Beaubourg, già destinata alla costruzione di una nuova biblioteca, luogo ideale per la fondazione e l’avviamento di questo straordinario progetto. Tramite un concorso, l’incarico di dare forma a questo centro culturale d’avanguardia fu affidato agli architetti Renzo Piano e Richard Rogers, che nel giro di pochi anni diedero vita a quella macchina straordinaria che ancora oggi è il Centre Pompidou. L’edificio si impone nel quartiere con la sua mole e la sua altezza, ma soprattutto con i suoi colori: i tubi e le nervature architettoniche a vista sono gialle per l'elettricità, rosse per gli ascensori e le scale mobili, verdi per l'acqua e blu per l'aria. I percorsi di risalita per accedere ai diversi piani sono all’interno di tubi trasparenti, che permettono di godersi il panorama parigino da un punto di vista insolito. La vista migliore però è riservata a chi arriva fino in cima e si può scegliere di pagare un biglietto ridotto per andare sulla terrazza panoramica, senza accedere al museo.
 
Foto di V. Mariani - Centre Pompidou
una sala del museo di
Arte Contemporanea
 
Chiunque ami l’arte del XX secolo non può che rimanere estasiato dalla visita del quarto e del quinto piano, dove troverà rispettivamente la collezione contemporanea (dopo il 1960) e quella moderna (dal 1905 al 1960). Come in ogni grande museo parigino, per poter fare almeno un assaggio di tutto bisogna dedicare all’esplorazione delle sale del Centre Pompidou una buona mezza giornata, ma ne vale davvero la pena. Per chi ha più tempo (e una grande passione) la soluzione migliore sarebbe quella di suddividere il giro in due visite: circa 70000 (ovviamente non tutte esposte) sono le opere – tra pittura, scultura, fotografie e video – conservate nel Museo Nazionale di Arte Moderna (MNAM), distribuite su una superficie di 14000 m2 . Il nucleo originario di opere ebbe origine dalla collezione di Arte Moderna che dagli anni ’40 trovò posto nel Palais de Tokyo, dove oggi restano i quadri degli artisti post-impressionisti nati prima del 1870. La collezione fu trasferita al Beaubourg nel 1977, anno della sua inaugurazione.
 
Foto di V. Mariani - Centre Pompidou
 
Secondo il suo statuto, modificato nel 1992, il MNAM – così come anche Georges Pompidou desiderava – ha come scopo la raccolta, la conservazione, il restauro, l’arricchimento e la presentazione al pubblico del patrimonio artistico del XX secolo; l’organizzazione di eventi e di mostre che favoriscano la conoscenza dell’arte del XX secolo; l’agevolazione della creatività contemporanea sotto tutte le sue forme.
Numerosi sono inoltre gli spazi dedicati all’organizzazione di mostre temporanee, come l’Espace 315 o la Galerie Sud. Da segnalare anche la presenza di una Galerie des enfants, completamente dedicata ai visitatori più piccoli.
Nella piazza si trova poi l’Atelier Brancusi, che riproduce fedelmente l’atelier dello scultore con tutto il materiale che conteneva quando, nel 1956, lo lascio in eredità allo Stato francese.
Dopo un periodo di rinnovamento, tra il 1997 e il 1999, il primo gennaio 2000 il Centre Pompidou ha riaperto le porte al pubblico e accoglie ogni anno 6 milioni di visitatori.

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INFO web site: www.centrepompidou.fr
 
Valentina Mariani
Visita al Centre Pompidou Novembre 2011



Valentina Mariani
Valentina Mariani (Varese, 1988) dopo il diploma al liceo classico, ha conseguito una laurea triennale in Lettere Moderne con curriculum storico – artistico presso l’Università degli Studi di Pavia. Attualmente è iscritta alla laurea magistrale in Storia delle Arti dall’Antichità al Contemporaneo nello stesso ateneo. Da sempre appassionata di scrittura, negli anni passati ha partecipato con buoni risultati a diversi concorsi letterari. Collabora con alcune testate web che si occupano di storia dell’arte ed esposizioni temporanee.
 
 
 
Foto di V. Mariani - Parigi dalle finestre del Centre Pompidou
Foto di V. Mariani - i tetti Parigini dal Centre Pompidou
 
 
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