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MUSEI
a cura di Valentina Mariani

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LEONARDO
La Battaglia di Anghiari
è forse celata da un affresco di Vasari.

13 Marzo 2012  
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FIRENZE
PALAZZO VECCHIO
Battaglia di Anghiari

 

 

   
   
 
 
 
 
LEONARDO
La Battaglia di Anghiari è forse celata
da un affresco di Vasari.
 

La notizia è fresca e certamente se ne sentirà parlare a lungo. Il protagonista è uno dei maestri assoluti del Rinascimento, uno dei più amati, forse perché uno dei più misteriosi: Leonardo da Vinci. Proprio uno dei tanti enigmi riguardanti le sue opere sembra non lontano dall’essere chiarito. Sono stati resi ufficiali, infatti, i risultati delle indagini svolte a Palazzo Vecchio alla fine del 2011 per scovare la celebre Battaglia di Anghiari (una vittoria dei fiorentini contro i milanesi, del 1440). Si tratta dell’affresco che Pier Soderini commissionò a Leonardo nel 1503 per decorare una delle pareti del Salone dei Cinquecento.

 
La Battaglia di Anghiari: alla ricerca
del capolavoro perduto di Leonardo.
Video fornito da: Focus.it
 
Proprio in quel periodo, Michelangelo stava dipingendo l’episodio della Battaglia di Cascina (combattuta nel 1364 da fiorentini e pisani) su un’altra parete. L’intenzione del gonfaloniere era di glorificare la rinascita della Repubblica fiorentina, celebrando le sue più famose imprese. Il caso volle, però, che nessuna delle due opere commissionate agli artisti più importanti di Firenze, già rinomati in tutta la penisola, fosse portata a termine. Michelangelo realizzò solo il cartone preparatorio, che acquistò grandissima fama e fu copiato da molti giovani artisti; già intorno al 1550 fu diviso in più parti, che col tempo andarono disperse. Secondo quanto raccontato da Vasari, invece, questo fu ciò che accadde al dipinto di Leonardo:
“Et imaginandosi di volere a olio colorire in muro, fece una composizione d’una mistura sì grossa, per lo incollato del muro, che continuando a dipignere in detta sala, cominciò a colare, di maniera che in breve tempo abbandonò quella, vedendola guastare."
   
Insomma, come già aveva fatto per il Cenacolo di Milano, Leonardo tentò una nuova tecnica diversa dall’affresco per dipingere su muro, ma il suo esperimento fallì e così l’artista abbandonò l’opera incompleta. Nonostante ciò, la Battaglia di Anghiari fu ammirata dai suoi contemporanei come un capolavoro assoluto. Nel 1537, però, salì al potere Cosimo I, che alcuni anni più tardi decise di modificare il Salone e di adibirlo a luogo di rappresentanza del potere ducale. Questa decisione comportò anche il cambiamento della decorazione e fu così che proprio Giorgio Vasari, cui furono affidati i lavori, coprì i dipinti precedenti. La scoperta resa pubblica in questi giorni riguarda esattamente questo: dietro la Battaglia di Marciano affrescata da Vasari, esisterebbe ancora la Battaglia di Anghiari. Gli studi sulla parete sono stati promossi dalla National Geographic Society e dal Center of Interdisciplinary Science for Art, Architecture and Archaeology (CISA3) della University of California, San Diego's (UCSD), con il Comune di Firenze. Hanno collaborato anche la Soprintendenza del Polo Museale Fiorentino e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. L’intuizione alla base della ricerca si deve all’ingegner Maurizio Seracini, che negli anni ’70 notò su un gonfalone dipinto nella Battaglia di Marciano le parole “cerca trova” e pensò che fossero un indizio per risolvere il mistero dell’opera perduta.
Da allora, eseguì numerose analisi sulla parete e non si lasciò sfuggire l’occasione di un’indagine endoscopica, eseguita attraverso sei fori praticati nel dipinto di Vasari, in punti ritenuti adatti dagli esperti dell’Opificio. Nelle perforazioni è stata inserita una telecamera e alcuni campioni sono stati prelevati e analizzati, prima sulle impalcature, poi nel laboratorio Editech di Firenze e nel Pontlab a Pontedera. Quattro sono i dati fondamentali raccolti. Il primo riguarda l’individuazione di un pigmento nero, che avrebbe la stessa composizione chimica del nero usato per la Gioconda e per il San Giovanni Battista del Louvre. Il secondo è la presenza di frammenti di lacca rossa; il terzo elemento, invece, è il colore beige che, secondo quanto analizzato attraverso l’indagine endoscopica, sarebbe stato steso con un pennello. Infine, le ricerche effettuate confermano la presenza di un’intercapedine alle spalle del muro affrescato da Vasari: questa intercapedine non è presente in altri punti del salone e potrebbe provare che il pittore decise di costruire un muro davanti alla Battaglia di Anghiari, per non cancellarla.
I dati raccolti non danno certezze, ma sono molto incoraggianti e lasciano sperare che presto si possa scoprire, dopo averlo creduto distrutto per secoli, che il celebre dipinto leonardesco è sopravvissuto. Entusiasta il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che ha provveduto immediatamente a scrivere al ministro Ornaghi per aggiornarlo e per ottenere il permesso di eliminare (con l’intervento dei tecnici dell’Opificio) i restauri dell’Ottocento e del Novecento eseguiti sull’affresco di Vasari. Il sindaco ha inoltre specificato che non ci sarà alcun bisogno di chiedere finanziamenti al Mibac, poiché l’interesse mondiale per Leonardo garantirà di sicuro interventi privati. In attesa delle prossime mosse, il pubblico potrà già soddisfare le sue curiosità sulle indagini effettuate, grazie al documentario "Leonardo: l'ultimo segreto”, che sarà trasmesso su National Geographic Channel HD (canale 403 di Sky) il 20 marzo alle 21.
 
Valentina Mariani
Pubblicazione 13 Marzo 2012



Valentina Mariani
Valentina Mariani (Varese, 1988) dopo il diploma al liceo classico, ha conseguito una laurea triennale in Lettere Moderne con curriculum storico – artistico presso l’Università degli Studi di Pavia. Attualmente è iscritta alla laurea magistrale in Storia delle Arti dall’Antichità al Contemporaneo nello stesso ateneo. Da sempre appassionata di scrittura, negli anni passati ha partecipato con buoni risultati a diversi concorsi letterari. Collabora con alcune testate web che si occupano di storia dell’arte ed esposizioni temporanee.
 
 
 
 
 
 
 
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