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CONTEMPORANEO
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di Ignazio
Fresu
Arte
Povera
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Pino
Pascali Di mare circa,
1967 30 zinc-coated aluminum
tubs and blue aniline-dyed water
113 x 113 cm each
Galleria Nazionale d’Arte
Moderna, Roma
Rome, Galleria Nazionale d’Arte
Moderna. With the permission
of the Ministry of Heritage
and Cultural ctivities |
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L’inizio
dello scorso secolo ha visto
l’arte Italiana
ritornare ad esprimere valori
di valenza internazionale con
il movimento futurista che,
al di là di tutte le
sue contraddizioni, ha rappresentato
e interpretato appieno la contemporaneità.
Per una strana coincidenza,
alle celebrazioni dell'anniversario
del Futurismo, in concomitanza
con quello dei 150 anni dell'unità
d'Italia è seguita la
mostra–evento Arte
Povera 2011 a cura
del suo teorizzatore Germano
Celant in importanti
musei e istituzioni culturali
attraverso tutta l’Italia,
nelle città di Bari,
Bergamo, Bologna, Milano, Napoli,
Roma e Torino. |
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A
mio vedere la circostanza è
particolarmente appropriata
in quanto è possibile
sostenere una certa permanenza
ed una sostanziale continuità
nel percorso temporale dell'arte
italiana dal movimento futurista
fino ai giorni nostri. Partendo
dal Futurismo, attraverso i
suoi epigoni, Enrico
Prampolini estende
la ricerca al divenire della
materia realizzando opere polimateriche,
a queste sperimentazioni succede
l'informale dei sacchi di cui
Alberto Burri
faceva uso nelle sue opere,
i frammenti di pietre e vetro
di Lucio Fontana e
i pezzi di ferro rielaborati
nelle creazioni di Ettore
Colla, come anche i
collage e gli assemblage di
Enrico Baj,
e proseguendo con il neodadaismo
italiano di Pino Pascali
e i suoi processi di
oggettualizzazione tra arte
e gioco o di Piero Manzoni
che con le sue modelle trasformate
in sculture viventi anticipa
ciò che poi sarà
– si giunge all`Arte
Povera, il più importante
movimento artistico italiano,
paragonabile al Futurismo
italiano, nell’ambito
della scena dell’arte
contemporanea internazionale. |
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Così
come per il Futurismo, il riconoscimento
del valore dell’Arte Povera
si spiega per la sua
profonda interazione con le
problematiche filosofiche, politico
e sociali della contemporaneità.
Impegnata in un agire che oscilla
tra discorso metafisico e totalità
sensoriale, dove “povera”
non è da intendersi nel
senso di povertà francescana
e ancor meno di miseria o privazione,
quanto invece più similmente
al concetto filosofico espresso
dal “Pensiero Debole”
e, per dirla con Germano Celant,
"nel ridurre ai minimi
termini, nell'impoverire i segni,
per ridurli ai loro archetipi"
. L’Arte Povera
utilizza per realizzare
le sue opere per lo più
in forma di installazione artistica,
l’acqua e la pietra, il
fuoco e l’elettricità,
le parole e le idee, e più
spesso la natura, rivisitata
in chiave artificiale, come
per attualizzare la materia
e renderla più vicina
ad un sentimento di cambiamento
epocale che coinvolge l'uomo
e la sua percezione . |
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Un
importante elemento di valenza
politica economica
portata avanti dagli artisti
dell'Arte Povera è quella
contro la concezione
dell'unicità ed irripetibilità
dell'opera d'arte ed
il movimento si pone come momento
di rottura e di frattura rispetto
a un’arte che, dalla Pop
Art alla Minimal
Art, ha proposto un
linguaggio quale strumento di
natura immutabile e perfetta,
figurale e industriale. l’Arte
Povera proseguendo
per quella linea di continuità
precedentemente prefigurata
si è impegnata in un
atteggiamento iconoclasta e
de-costruttivo che tiene conto
dei problemi dell’esistenza
e si muove in relazione alla
molteplicità delle situazioni
temporali e spaziali per cui
la gente è parte integrante
dell'opera stessa, realizzando
una sorta di interazione tra
la creazione artistica ed il
pubblico spettatore con una
particolare attenzione agli
stili di vita e di pensiero
delle molteplici culture diverse
da quella occidentale, fino
a coinvolgere animali e vegetali,
che assumono un’importanza
particolare per il loro appartenere
al mondo del primario e dell’essenziale.
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Il
pluralismo linguistico che ha
caratterizzato la poetica
dell’arte povera
ha costituito il magma culturale
entro cui hanno operato e tutt’ora
operano artisti profondamente
diversi tra loro che ricusando
ogni rigida codificazione hanno
contribuito negli anni alla
sua innovativa e originale evoluzione
così che è possibile
affermare che il movimento conserva
e sviluppa ancor oggi intatta
la sua capacità propositiva. |
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Un
movimento, l’Arte
Povera, che affonda le sue radici
nel Futurismo e si proietta nel
futuro. |
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Visita
al MAMbo - Museo d’Arte
Moderna di Bologna
dov’era riallestita la
storica mostra di Arte Povera
tenutasi alla Galleria de’
Foscherari di Bologna nel 1968.
Oltre alle opere esposte
in quell’occasione
e ad altre che testimoniano
il tipo di attività svolta
nel momento preso in considerazione,
è stata presentata anche
una selezione di materiali -
cataloghi, libri d’artista,
manifesti, inviti e documenti
realizzati a partire dalla fine
degli anni sessanta –
relativi a questa ricerca e
i suoi contributi linguistici.
Le mostre di Arte Povera
allestite nelle altre sedi sono:
al Castello di Rivoli Museo
d’Arte Contemporanea di
Rivoli-Torino, alla Galleria
nazionale d’arte moderna
di Roma, alla GAMeC Galleria
d’Arte Moderna e Contemporanea
di Bergamo, al MADRE Museo d’Arte
Contemporanea Donnaregina di
Napoli, al MAXXI Museo nazionale
delle arti del XXI secolo di
Roma, alla Triennale di Milano
e al Teatro Margherita di Bari. |
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Segnala |
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Ignazio Fresu |
3
Maggio 2012 |
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Ignazio
Fresu |
Ignazio
Fresu, artista-scultore è
nato a Cagliari nel 1957, vive
e lavora a Prato. Nel 1975 si
trasferisce a Firenze per frequentare
l'Accademia di Belle Arti. La
sua attività espositiva
molto intensa si svolge in Italia
e all’estero, collabora
con riviste del settore artistico
come redattore su diverse testate
web e cartacee collabora per le
pubblicazione con il Museo Pecci
di Prato. |
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Dal
testo di Daniele Ricci
"Il tema della transitorietà
di ogni cosa, si riflette nell’attività
dello scultore italiano, impregnata
di grecismo e di filosofia. La
sua poetica si prefigge di dare
un volto alla bellezza dell’effimero
e di ritrarre l’eterno inganno
perpetrato dal tempo." |
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Altri
articoli
sull'Arte Povera Evento |
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di
Rebecca
Mombelli
Arte
Povera 2011
Triennale Milano
Storia di come un gruppo di
artisti cambiarono la percezione
dell’Arte. “…una
ricerca "povera",
tesa all'identificazione azione-uomo,
comportamento-uomo (…)
È
proprio in questa sede che Germano
Celant, che fa parte
anche del suo comitato scientifico,
ha deciso di proporre l’esposizione
antologica del gruppo Arte
Povera. (Foto
Pino Pascali, Courtesy:
La Triennale
di Milano)
>Leggi
l'articolo |
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La
Redazione
ARTE POVERA 2011
a cura di GERMANO CELANT
L’iniziativa,
che ha come fulcro
il movimento nato nel
1967 con gli artisti
Giovanni Anselmo, Alighiero,
Boetti, Pier Paolo Calzolari,
Luciano Fabro, Jannis Kounellis,
Mario Merz, Marisa Merz, Giulio
Paolini, Pino Pascali, Giuseppe
Penone, Michelangelo Pistoletto,
Emilio Prini e Gilberto Zorio,
presenta su scala nazionale
e internazionale gli sviluppi
storici e contemporanei di questa
ricerca distribuendo le varie
fasi e i singoli momenti linguistici
in differenti spazi.
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al comunicato stampa |
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