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EVENTI news
a cura di Rebecca Mombelli
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Arte Povera 2011
Triennale Milano
Storia di come un gruppo di artisti cambiarono la percezione dell’Arte
“…una ricerca "povera", tesa all'identificazione azione-uomo, comportamento-uomo (…)

Pino Pascali 32 mq di mare circa, 1967
30 vasche di alluminio zincato e acqua colorata all'anilina 113x113 cm ognuna
Galleria nazionale d’arte moderna, Roma
Courtesy: La Triennale di Milano

 

 
 

Arte Povera 2011
Triennale Milano
Storia di come un gruppo di artisti cambiarono la percezione dell’Arte
“…una ricerca "povera", tesa all'identificazione azione-uomo, comportamento-uomo (…)

 
Un esserci, quest'ultimo, che predilige l'essenzialità informazionale, che non dialoga né col sistema sociale, né con quello culturale, che aspira a presentarsi improvviso, inatteso rispetto alle aspettative convenzionali, un vivere asistematico, in un mondo in cui il sistema è tutto. Un atteggiamento (…) teso al reperimento del significato fattuale del senso emergente dal vivere dell'uomo. Un'identificazione uomo-natura, che non ha più il fine teologico del narrator-narratum medioevale, ma un intento pragmatico, di liberazione e non di aggiunzione di oggetti e idee al mondo, quale oggi si presenta. Di qui l'abolizione di ogni posizione categoriale (o pop od op o struttura primaria) per una focalizzazione di gesti che non aggiungono nulla alla nostra colta percezione, che non si contrappongono come arte rispetto alla vita, che non portano alla frattura e alla creazione del doppio piano io e mondo, ma che vivono come gesti sociali a sé stanti, quali liberazioni formative e compositive antisistematiche, tese all'identificazione uomo-mondo.”1 * note
 
Giuseppe Penone
Albero Porta, 1993
foto © Archivio Penone
foto: Luigi Gariglio
Courtesy: La Triennale di Milano

Gilberto Zorio - Canoa che ruota, 2009 canoa, tubi di acciaio inossidabile, tubi di alluminio, compressore, tre otri di maiale, sibilo, temporizzatore
dimensioni variabili
Collezione dell'artista
Courtesy: La Triennale di Milano

Germano Celant dichiarava così, su un numero di FalshArt del 1967, l’avvenuta nascita del gruppo Arte Povera, gruppo che oggi, a 44 anni di distanza, viene celebrato per mano dello stesso Celant in una mostra che si estende in 8 musei ed istituzioni culturali italiani. La grandezza dell’esposizione fa di questa mostra il più grande evento nazionale relativo ad un gruppo di artisti contemporanei mai realizzato prima, dove le due istituzioni promotrici, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e la Triennale di Milano, avranno l’onere e l’onore di esporre, la prima gli sviluppi internazionali del movimento italiano, mentre la seconda un’esposizione antologica del gruppo; nelle altre istituzioni verranno quindi approfondite le varie sfaccettature e i vari aspetti che gli artisti hanno sviluppato in questo mezzo secolo di produttività.

La Triennale milanese, nata dalla mano dell’architetto Muzio e inizialmente sede della Quinta Esposizione Triennale delle Arti Decorative, è sempre stata nella città simbolo e quartier generale del design e dell’architettura, dal dopoguerra con la ricostruzione di un intero quartiere, il QT8, riconosciuto internazionalmente come avanguardia nelle costruzioni civili, fino all’apertura del Museo del Design e alle collaborazioni con il Salone del Mobile e della Moda durante le quali la Triennale con il suo distaccamento Triennale Bovisa vengono usate come vetrine di lancio per le nuove proposte.

 
È proprio in questa sede che Germano Celant, che fa parte anche del suo comitato scientifico, ha deciso di proporre l’esposizione antologica del gruppo Arte Povera. Sviluppata su due livelli, troviamo nella Galleria dell’Architettura progettata da Gae Aulenti le opere storiche del gruppo, che vanno dal 1967 al 1975, e dove possiamo vedere pezzi di indiscussa fama come il Pavimento Luminoso di Alighiero Boetti, o gli Alberi di Giuseppe Penone fino ai 32 mq di mare circa di Pino Pascali; negli spazi aperti del secondo piano sono invece esposte le opere più recenti, in un allestimento il quale, più che dimostrazione storica, riesce essere una vera e propria narrazione di quella che si può a buon giudizio considerare “la rivoluzione di Arte Povera”.
Nonostante l’esposizione sia stata studiata in un’ottica cronologica, sì da documentare origini e sviluppi del gruppo, il percorso studiato porta a vivere con mano -e purtroppo con mano solo in senso lato- le varie esperienze che gli artisti studiano e mettono in atto: percepiamo ancora, a quasi cinquant’anni dalla nascita del gruppo e avendo vissuto in un’epoca dove l’arte cambia quotidianamente, la novità e la grandezza nell’aver deciso di usare materiali, appunto, poveri, in uno spirito creativo che travalica la gestualità, travalica la sola ricerca del bello e dell’effimero, travalica anche, e qui ci si rifà al Manifesto del gruppo, la ricerca tecnologica come anticipazione sociale, arrivando ad essere, forse soli in tutto il panorama artistico contemporaneo, creatori puri.
Se si vuole per forza trovare un tallone d’Achille in questa mostra, è il fatto che non sia possibile interagire davvero con le opere, toccandole, muovendole e facendone esperienza tattile: che significato ha allora il Cubo di Luciano Fabro, opera studiata per creare uno spazio su misura di chi entra al suo interno? Quale significato ha un Albero di Penone se non si può toccare quell’anima sottile che ne costituisce l’essenza? Perché non poter toccare la Canoa che ruota di Gilberto Zorio, quando lei stessa, muovendosi, sembra chiedere di poter essere attivata toccandola? Non poter interagire con opere di questo tipo fa della conoscenza che ne si vuole dare un prodotto monco.

Arte Povera 2011 resterà, nonostante tutto, negli annali come un’esposizione storica, una mostra che, finalmente, nel panorama italiano di mostre blockbuster, è riuscita a dare qualcosa di più al pubblico, fosse anche solo la possibilità di comprendere e di vivere un gruppo di artisti e una filosofia, per tanti versi, ancora difficile da capire.

* note 1 “Appunti per una Guerrilla” Germano Celant. Pubblicato su FlashArt n.5 nov/dic 1967. Considerato il Manifesto e l’atto di nascita del gruppo Arte Povera.
 
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INFO
Arte Povera 2011, a cura di Germano Celant
Catalogo Electa

TRIENNALE MILANO - 25 ottobre 2011/29 gennaio 2012
Triennale di Milano, via Alemagna 6
Martedì - Domenica 10.30-20.30. Giovedì e Venerdi 10.30-23.00
Tel. 02 724341
Mail: info@triennale.it - web: www.triennale.org



Visita novembre 2011

Rebecca Mombelli



Rebecca Mombelli
Rebecca Mombelli, laureata a pieni voti in Lettere Moderne con indirizzo storico artistico, dopo un’esperienza lavorativa a Londra decide di seguire un corso di secondo livello in comunicazione e gestione del patrimonio culturale presso l’Accademia di Brera di Milano.
Collabora con testate web per pagine di opinione e viaggi.
Interessata alla didattica museale ha frequentato il Laboratorio Bruno Munari di Milano, collaborando per
uscite didattiche ad alcune mostre d'arte con scuole elementari.

 
 
 
 
 
 
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