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a cura di Valentina Mariani

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MATISSE
I CAPOLAVORI DELLA GRAFICA


Pavia, Scuderie del Castello Visconteo

 

 

 
 

MATISSE. I CAPOLAVORI DELLA GRAFICA
Pavia, Scuderie del Castello Visconteo

 

Un percorso breve, ma intenso, tra le linee sinuose ed essenziali di un Matisse poco noto, qui per lo più spoglio dei colori accesi e vibranti che nel 1905 gli conferirono l’appellativo di “fauve”, bestia, ma carico di una rara sincerità e capace, con l’ausilio dei suoi disegni, di accompagnare attraverso le parole il lettore di racconti e di poesie.

Nell’ultima parte della sua vita, Matisse si rivolse all’esplorazione di nuove tecniche compositive, come i papiers découpés, ma anche a nuove forme di espressione, quali le illustrazioni dei libri, per i quali abbandonò inizialmente i colori, che da sempre lo avevano caratterizzato, per plasmare le sue figure esclusivamente attraverso la linea, dando prova di una inesauribile creatività, fortemente comunicativa.
Le Scuderie del Castello Visconteo, proseguendo il progetto ideato da Alef – cultural project management, in collaborazione con il Comune di Pavia, presentano proprio questo aspetto del genio di Matisse.

L’esposizione si svolge in quattro tappe e prende inizio dalle prime illustrazioni eseguite da Matisse per un’opera letteraria. Nel 1930 l’artista aveva infatti siglato un contratto con il giovane Albert Skira per affiancare delle tavole alle Poésies di Stephane Mallarmé. Le acqueforti, tratti rapidi ed essenziali, introducono l’osservatore in un mondo popolato di donne, ninfe e fauni: le figure femminili prendono improvvisamente corpo attraverso le chiome e le curve, come in Le guignon, La tristesse d’été o La chevelure.
Dal nero su bianco al bianco su nero, la mostra prosegue con le meravigliose linoleografie, del 1944, pensate da Matisse per la Pasiphaé di Henry de Montherlant. La luminosità delle semplici linee bianche su fondo nero esprime una meravigliosa sensibilità e un’incredibile abilità nel trasmettere in modo fluido e vivace, ma mai esagerato, i sentimenti delle sue figure, persino quando illustrate con un unico tratto, come in …L’angoisse qui s’amasse en frappant sous ta gorge.... Ancora una volta la femminilità invade i fogli, delineata con pochi segni esaustivi; le lunghe ciglia e la chioma fluente di …Dors, dormeuse aux longs cils… o le sinuose braccia di …fraîchie sur des lits de violettes….

Per l’editore Tériade, nel 1950, Matisse illustrò con litografie a colori i Poèmes di Charles d’Orléans, in base a un progetto che gli solleticava la mente già dal 1942. Si tratta per la maggior parte di improvvisazioni affiancate a interi fogli costellati di gigli; i numerosi volti a piena pagina sono ispirati a ritratti francesi del ‘400 conservati al Louvre, reinterpretati in chiave del tutto personale. Questo materiale costituisce la terza sezione della mostra, insieme a una copia dell’Ulysses di Joyce, del 1935 (per il quale l’artista ammise di non aver letto il romanzo, ma di essersi ispirato ai più celebri episodi omerici) e delle Lettres portugaises di Marianna Alcaforado (1946), un epistolario del XVII secolo indirizzato da una religiosa a un ufficiale francese suo amante.
Accanto a questi libri compaiono anche Les miroirs profonds del 1947 e il numero 35 – 36 della rivista “Verve”, con le riproduzioni dei suoi più noti papiers découpés, le Ultime opere di Matisse 1950 – 1954, edite postume da Tériade nel 1958. Queste pagine rappresentano in un certo senso un preludio alla tappa conclusiva del percorso espositivo, dedicata a Jazz. Jazz è un libro d’artista, “il più rivoluzionario del secolo”, nato da un’idea dell’editore Tériade, che lo definì “libro fiore”. Il testo è costituito da una raccolta di riflessioni di Matisse sulla vita e sull’arte, integrate da illustrazioni composte con le tecnica del pochoir.

Qui il colore torna ad essere preponderante e investe con tutta la sua forza l’osservatore, che si trova così catapultato nel mondo interiore, nei ricordi e nei pensieri di Matisse. Con Jazz l’artista pare mettere a nudo la propria anima e a questa impressione contribuisce anche la scelta di abbandonare i caratteri a stampa e di utilizzare la grafia d’autore (già sperimentata per Charles d’Orléans), un corsivo caldo e svolazzante, che permettere di stabilire un dialogo intimo tra l’artista e il lettore. Jazz rappresenta un testamento spirituale incredibilmente prezioso, che in una delle sue pagine riassume tutto il significato di un cammino artistico: “L’artiste doit apporter toute son énergie, sa sincerité et la modestie la plus grande pour écarter pendant son travail les vieux clichés.”
La mostra delle Scuderie è un’occasione imperdibile di venire a contatto con l’estrema sincerità di Matisse e con la sua coinvolgente sensibilità, attraverso una produzione poco nota, ma non meno importante delle più celebri tele fauves.

Info
Pavia, Scuderie del Castello Visconteo - 25 settembre – 19 dicembre 2010
Dal martedì al venerdì: 10.00 – 13.00 e 15.00 – 18.00 | Il sabato, la domenica e nei giorni festivi: 10.00 – 13.00 e 14.00 – 19.00 > Biglietti: Intero 6 € - Convenzioni 5 € - Ridotto, gruppi e scuole 4 € - Per informazioni e prenotazioni: +39 0382 538932 - www.scuderiepavia.com
segreteria@scuderiepavia.com
Catalogo: SilvanaEditoriale

Valentina Mariani
ottobre 2010

 




 
 
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