EVENTInews di Mirko Bonanni
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WILDT
L’ANIMA E LE FORME
Forlì,
Musei San Domenico
Fino al 17 giugno 2012
WILDT.
L’ANIMA
E LE FORME
Forlì,
Musei San Domenico Fino al 17
giugno 2012
Adolfo
Wildt
(Milano, 1868-1931), genio dimenticato
del panorama artistico del Novecento
italiano sino agli studi riparatori
di Paola Mola. Primo scultore
d’Italia, principe del
Novecento, carico di notorietà
e di gloria come Marinetti,
come Pirandello, come D’Annunzio;
paradossalmente un maestro da
non imitare.
La mostra forlivese - curata
da Fernando Mazzocca e Paola
Mola, con l’allestimento
di Wilmotte et Associés,
Studio Lucchi e Biserni e l’organizzazione
della Fondazione Cassa
dei Risparmi di Forlì
in collaborazione con il Comune
- è una tessera importante,
raffinata, completa per interpretare
il Novecento storico italiano
ed europeo perché attraverso
un autore misconosciuto riprende
tutti i grandi valori della
storia dell’arte.
L’allestimento
segue un andamento cronologico:
da una fase iniziale pervasa
da un drammatico spirito eroico,
come nel “Vir temporis
acti” o nel “Prigione”,
ad una contraddistinta da una
spiritualità al femminile,
come nel “Rosario”,
nell’“Anima
e la sua veste”,
in “Maria dà
luce ai pargoli cristiani”,
alle successive invenzioni “surrealiste”
come “La concezione”
o il grande “Orecchio”,
all’impeto delle opere
finali come il “Ritratto
di Margherita Sarfatti”
e il “Puro folle”.
Molte opere provengono
dalla collezione conservata
a Forlì della famiglia
di mecenati Paulucci di Calboli
e dall’Archivio Scheiwiller,
l’editore milanese di
cui Wildt aveva sposato la figlia.
Se
da una parte la mostra descrive
il recupero di una personalità
“eretica”
della prima metà del
secolo scorso al di fuori da
ogni norma e regola, dall’altra
la sua arte sperimentale, sempre
alla ricerca di soluzioni ogni
volta sorprendenti. Da tutti
ha preso. Tutti ha reinterpretato.
Per questo il susseguirsi di
capolavori lungo i secoli di
scultura e pittura assorbiti
dall’occhio e dallo spirito
di Wildt. Dal
“Torso del Belvedere”
allo “Zuccone”
di Donatello e al bronzo di
“Dio fluviale”
di Michelangelo, da Cosmé
Tura a Durer e al Bronzino,
da Klimt a Casorati, da Canova
a Melotti e Fontana, suoi allievi
a Brera.
Ricordiamo Wildt con Ugo Ojetti
(1926) che dice: “forse
un giorno sarà considerato
come il vero esponente della
nostra epoca stanca e ansiosa”.
1
cfr. Pontiggia, Elena:
Il maestro dimenticato: “Oggi
pochi in Italia conoscono Wildt,
che pure gli studiosi considerano
uno degli scultori più
significativi del nostro secolo.
(...) Come tutti i veri maestri,
però, Wildt non crea
una scuola, ma degli artisti.
Non forma degli epigoni, ma
figure indipendenti. «Che
ognuno sia se stesso è
ciò che conta»
diceva sempre. E i suoi allievi
hanno saputo ascoltarlo”.
Wildt
- L'anima e le forme.
28 gennaio - 17 giugno
2012
INFO
WILDT. L’ANIMA
E LE FORME
Mostra Wildt, web site: www.mostrawildt.it
Forlì, Musei San Domenico
28 gennaio – 17 giugno
2012
Segnala
Mirko
Bonanni
Visita a Marzo - Pubblicazione
26 Marzo 2012
Mirko
Bonanni
Laureato
in Conservazione dei Beni Culturali
all’Università di
Ravenna, bibliotecario dal 2000
presso la Fondazione Casa di Oriani
di Ravenna, biblioteca di storia
contemporanea, svolge principalmente
attività di reference.
E’ inoltre autore di saggi
e ricerche nel campo della storia
dell’arte, collabora occasionalmente
con quotidiani e periodici.
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