Nella
pittura di Elena Fabris
il fumetto non è prelevato
e incollato, è molto
più semplicemente "agito",
chiamato a collaborare per raccontarci
qualcosa, per animare una scena.
Detto in altre parole è
un acceleratore narrativo che
partecipa alla dimensione del
senso. Viene così a crearsi
una disponibilità al
colloquio con il riguardante
che, unendo la vivacità
delle propensioni psicologiche
dell'autrice ad un repertorio
di immagini persuasive progressivamente
collaudato, genera una dirompente
casistica di possibile messaggi
nei quali l'umorismo, l'ironia
e l'autoironia si scambiano
le parti, in un continuo gioco
di rimandi, con riflessioni
di respiro più ampio
e problemi di dimensione epocale.
Paolo Balmas |