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a cura di Aurora Tamigio
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Hollywood festeggia Fellini

Esce il 22 gennaio 2010 nelle sale di tutto il mondo Nine,
musical omaggio al cinema di Federico Fellini.


 

 

 
 
Hollywood festeggia Fellini
Esce il 22 gennaio 2010 nelle sale di tutto il mondo Nine,
musical omaggio al cinema di Federico Fellini.

 

Nel 1963, quando uscì nelle sale 8 ½, Federico Fellini aveva alle spalle almeno sette anni di feroci stroncature da parte della critica cinematografica del tempo, innamorata del cinema “impegnato” dei registi militanti o degli intellettualismi spicci delle avanguardie. Quando nel 1993 vinse l’Oscar alla carriera, per il cinema italiano fu come cercare di fare entrare l’oceano in una boccia di vetro: Fellini era ormai così grande da poter essere accolto solo come un mito. E mito fu.

Oggi nel 2010, anno in cui Fellini avrebbe compiuto novant’anni, il compito di festeggiare la ricorrenza tocca a Nine, il nuovo musical di Rob Marshall liberamente ispirato a 8 ½ ma che, per stessa dichiarazione del regista: «non pretende di esserne all'altezza: del resto solo un pazzo farebbe un remake di un capolavoro». Uscito nelle sale il 22 gennaio, Nine è stato liquidato dalla critica internazionale, evidentemente ancora stordita dal recente mito, come una sorta di parodia che banalizza e che non si pone all'altezza del capolavoro felliniano. Ecco dunque creata l’autorità Fellini, arma a doppio taglio che non solo impedisce di apprezzare il musical di Marshall ma che rende anche invisibile agli occhi il grande omaggio che Hollywood offre al regista italiano, omaggio che neppure la stessa Italia è stata capace o ha voluto produrre. Quale maggior onore infatti che essere celebrati dal cinema americano con il suo più grande genere, quello che lo ha reso, insieme al kolossal, il più grande del mondo, ovvero il musical?

Rob Marshall, regista e coreografo, dopo il successo straordinario di Chicago (sei premi Oscar tra cui miglior film, miglior scenografia e migliori costumi) torna a confezionare un film dai molteplici registri, ironico e sensuale, con costumi scintillanti (più da Folies Bergere che da Avanspettacolo) ed un cast di tutto rispetto, a partire dalle attrici.
Alla Divina Kidman e a Penelope Cruz, il cui sexy numero iniziale è tra i più brillanti del film, va il merito di aver saputo reggere il confronto con il duo di bellissime di 8 ½ Claudia Cardinale – Sandra Milo mentre un’elegante Marion Cotillard, nei panni di Luisa, compensa l’eccessivo languore con una voce straordinaria. Kate Hudson e Fergi (Stacy Ferguson, nel ruolo della Saraghina) si rivelano le due nuove grandi scoperte del musical con due numeri divertenti e coinvolgenti che più degli altri celebrano il mito di Fellini rievocandone lo stile e le atmosfere.
Come dimenticare infine le due signore dello spettacolo Judy Dench e Sophia Loren, monumenti di due cinema diversissimi che qui per la prima volta si incontrano davvero. Una nota a parte merita invece l’interpretazione di Daniel Day-Lewis, un Guido troppo dandy e poco italiano, doppiato però da un ottimo Pierfrancesco Favino. Un vero omaggio al nostro cinema sono i numerosi attori italiani impegnati in ruoli-cammeo all’interno del film: Valerio Mastrandrea, Elio Germano, Monica Scattini, Ricky Tognazzi, Martina Stella...

Che importa se ogni tanto il povero Marshall incappa in qualche stereotipo italiano (la canzone napoletana, il mare, il presunto fascino latino…) o felliniano (gli occhiali da sole, le fontane romane) e se il Guido del 2010 fa rimpiangere il bellissimo Mastroianni di ieri? Una giornalista di moda splendidamente vintage, innamorata del Cinema Italiano, e un’invocazione Be Italian ci rendono per una volta vanitosi e ci mostrano la rivoluzione felliniana non solo come novità cinematografica ma come un fenomeno che ha influenzato anche la moda, il vivere e che in generale ha contribuito a creare un’immagine dell’Italia nel mondo che sarà forse ormai stereotipata ma che è senz’altro migliore di quella attuale.

Così, mentre a Rimini lo scorso ottobre si inaugurava la Casa-Museo Fellini, che conserva in esposizione oggetti, costumi, locandine, disegni e fotografie scattate sui set dei film, resta solo da aspettare che il cinema italiano, e la stessa critica, si decidano ad abbandonare questa visione dell’arte per auctoritates e a non storcere il naso se il musical parla del cinema né se l’America parla dell’Italia, quanto piuttosto a decidersi se rendere omaggio o no al regista che più di altri ha raccontato impietosamente il grottesco del nostro paese ma che ne ha anche celebrato le meraviglie.
Questa è la tua Roma Guido, il mondo vede Roma come tu l’hai inventata. Si dice nel film e si potrebbe dire del cinema di Fellini e di tutto il suo immaginario che viene riproposto oggi con Nine in chiave moderna e originale.

Aurora Tamigio
gennaio 2010

 



Aurora Tamigio
Aurora Tamigio, dopo la Maturità Scientifica è iscritta all’Università degli Studi di Pavia nella facoltà di
Lettere Moderne, con indirizzo in Storia dell’Arte; collabora con associazioni di editoria e culturali per ampliare le proprie conoscenze
nell’ambito editoriale.
Ha collaborato come redattrice
per giornali di quartiere e
studenteschi con particolare
attenzione alle pagine culturali e
di opinione.


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