>Cultura territoriale e globalizzazione
dell'arte. Prodotto
artistico e valore estetico.
di
Ignazio Fresu
Nel periodo che ci ha preceduto, l’arte
ha spesso avuto una funzione storico-sociale:
è stata la concretizzazione dei
valori, delle visioni del mondo, degli
ideali in cui una determinata società
si è riconosciuta. Si pensi quale
valore estetico, religioso, politico
hanno significato per l’antica
civiltà greca, il tempio, la
scultura o la tragedia; così
come, per fare un altro esempio, il
nostro Rinascimento che nel rinnovamento
culturale e scientifico, attraverso
la riscoperta dell’uomo e dell’Umanesimo,
instaurò un nuovo ideale di vita
dove pittura, poesia, letteratura, musica,
hanno stabilito un rapporto di reciprocità
tra uomo, società, ideali e politica.
Le stesse prerogative le ritroviamo
in tutti i movimenti artistici sino
alle avanguardie del novecento e in
tutte le scuole, gli stili, le tendenze
e correnti artistiche che hanno permeato
la nostra cultura divenendo inequivocabilmente
rappresentative del luogo e del periodo
che le ha prodotte.
Oggi la nostra esperienza estetica è
differente, l’arte ha abbandonato
questa sua particolare peculiarità.
La nostra società è sempre
più caratterizzata da una frammentazione
dei valori estetici, una sorta di esteticità
diffusa. Circolano molti più
prodotti artistici, molti più
valori estetici, ma, in modo inversamente
proporzionale la loro incisività
si è sensibilmente ridotta.
Più che di “capolavori”
nel loro significato unilaterale ed
implicito, si produce un movimento esteticamente
significativo, una sorta di disseminazione
estetica che a volte, purtroppo, è
ridotta solamente a spettacolo.
Questa è indubbiamente la caratteristica
principale della nostra epoca mass-mediologica
e pur constatando un diffondersi continuo
di strutture e occasioni atte ad accogliere
e far conoscere l’arte contemporanea,
questa è presentata in funzione
di un’ottica museale pubblicitaria.
Dell’arte contemporanea è
proposto l’aspetto più
superficiale dell’esperienza artistica.
In queste strutture, che in Italia vanno
sempre più moltiplicandosi, è
cancellata la sperimentazione ed ignorata
la presenza di una cultura locale a
favore di una di tipo internazionale
e globalistica. Questo atteggiamento
mostra uno stato d’inferiorità
che si esplicita nella realizzazione
di musei e di collezioni comunali e
regionali, dove le esperienze territoriali
sono misconosciute, preferendo a queste,
collezioni internazionali composte perlopiù
di scarti, anche per la cronica carenza
di disponibilità finanziarie,
e opere marginali di artisti dai nomi
più blasonati a scapito di collezioni
territoriali ben più abbordabili
che ci permetterebbero di conoscere
e preservare la cultura e la vitalità
di un paese, di un territorio o una
regione. Qualunque regione potrebbe
tranquillamente permettersi di acquisire
con poca spesa, esemplari collezioni
di artisti che operano sul proprio territorio,
ma per il timore di provincialismo viene
dispersa questa cultura. I Comuni si
sentono sminuiti se si prospetta loro
un museo territoriale, mentre in realtà,
proprio a causa del persistere in questo
comportamento, l’Italia è
stata privata di una memoria storica
e culturale fondamentale. Se uno studioso,
un artista o uno storico volesse conoscere
l'arte contemporanea italiana locale
dal dopoguerra a oggi, non ha alcun
elemento per farlo. Se invece ogni regione
o Comune italiano raccogliesse le opere
dei propri artisti, preserverebbe un
patrimonio storico-culturale incalcolabile,
preservando la propria identità.
I paesi con una tradizione culturale
contemporanea oltre a sostenere la sperimentazione,
cosa che in Italia non accade, tutelano
la cultura del loro territorio attraverso
raccolte pubbliche. Questo avviene negli
USA come in Giappone, Germania, Inghilterra,
Francia o in tutti i paesi nordici europei
dove i musei locali sono una realtà
capillare e motivo di orgoglio senza
alcuna competizione nei confronti del
MoMA, del Tate Modern, del Centro Pompidou
e dei grandi musei internazionali.
E’ fondamentale in ogni territorio
e in ogni comunità, la realizzazione
di spazi dove i cittadini possano convergere,
confrontarsi, conoscere e dunque vivere
l’arte nel suo divenire. L’esperienza
dell’arte contemporanea è
un’esperienza inquietante, che
apre un mondo alternativo a quello presente,
scuote le nostre abitudini, le nostre
certezze, risveglia la nostra capacità
critica.
L’arte contemporanea è
qualcosa di più di un semplice
godimento, ci solleva da questa esistenza,
non genericamente per consolarci facendoci
sopportare in qualche modo i mali della
vita, ma per rendere l’esistenza
che conduciamo più vera, più
viva.
Ignazio Fresu
Indirizzo: via enrico fermi, 10 Prato
- Tel: 0574 Fax: 572320
Email: ignaziofresu@alice.it
- Sito Internet: www.ignaziofresu.it
|