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ANGELI SENZA ALI Alfonso e
Nicola Vaccari
Jacopo Valenzia
è un pittore.
Un giovane pittore.
Angeli senza ali racconta il duro percorso che dovrà compiere verso l’’affermazione
professionale
ed il successo
Una mostra di pittura sul tema dell'Olocausto di Antonio Dal Muto artista di Cesena organizzata dall'Associazione Culturale "Menocchio" di Cervia, la mostra è stata aperta alle scuole con visite guidate.
Mattia Moreni
"il Percorso interrotto" Ultimo decennio
(1985-1998)
La mostra di Cervia nella location dei Magazzini del Sale, dedicata all'ultimo periodo artistico
di Mattia Moreni
 
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a Pierre et Gilles
 
 
 
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di Ignazio Fresu
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intervista di Ignazio Fresu a Piero Cantini direttore del CID Arti Visive, la biblioteca del Museo Pecci
Una biblioteca come circolo culturale
Intorno al problema della localizzazione

La biblioteca del Pecci è assolutamente unica nel suo genere perché possiede oltre a una vasta documentazione anche opere sull'arte contemporanea venendosi a costituire come una biblioteca unica nel panorama italiano. Come si presenta nei confronti della Regione e quindi anche a livello nazionale?

La biblioteca CID Arti Visive è stata ed è tuttora un faro nel sistema bibliografico italiano non solo per il materiale che ha ma anche per il modo in cui lo tratta. Il sistema di archiviazione è stato all'avanguardia ed è stato preso ad esempio da molte altre biblioteche. La nostra scheda-evento non è solo un'inventariazione ma permette una ricerca approfondita. Per questo è stata un faro nel passato e lo è anche oggi sebbene oggi sia stata copiata ampiamente e non sia più unica.

Per quanto riguarda Prato la biblioteca resta un mero elemento culturale sconnesso dalla città o vi ha una funzione particolare?

Nei momenti in cui la crisi complessiva è più forte è difficile che un elemento di qualità riesca ad emergere. La biblioteca ha degli alti e dei bassi, anche se io sono incerto nel decidere quali siano i bassi e quali gli alti. Si potrebbe pensare che gli alti siano quelli dove è più visibile un afflusso massiccio di pubblico. Ma si potrebbe anche pensare che gli alti siano quando il pubblico è scarso ma la biblioteca viene individuata come punto di ricostruzione dell'attività artistica. In effetti proprio in questo momento stiamo progettando di riunire gli artisti dell'area metropolitana ponendo proprio la biblioteca come punto di salvezza della produzione artistica. Gli artisti sono chiamati a riunirsi in una specie di circolo culturale, a fare proposte, a fare i loro cataloghi e a individuare la biblioteca come un punto di esportazione. In effetti l'arte ha come funzione avanzata proprio quella di abituare le persone a distinguere. Noi non abbiamo l'ambizione di dare indicazioni su ciò che vale e ciò che non vale, Il nostro direttore artistico da le sue indicazioni, ma per quanto ci riguarda la biblioteca deve essere un punto dove si apprende l'arte del distinguere. Forse questo non è un momento di alto afflusso, ma forse questo è un momento alto della funzione della biblioteca.

Mi sembra un progetto molto importante, puoi dirci qualcosa di più?

Noi cerchiamo di essere molto realisti, cerchiamo di collegare i rapporti con il territorio. Anche se spesso il territorio ci ha visto - sbagliando - come una cattedrale nel deserto, dimenticando le centinaia di studenti che ogni anno da sempre passa da noi per fare laboratori e ricerche. Ora che abbiamo sentito che gli artisti dell'area ci sono di nuovo vicini stiamo preparando l'incontro di cui ho parlato cercando di mettere insieme tante esigenze dall'arte contemporanea al teatro. L'arte è un meccanismo per parlare di tante altre cose e noi intendiamo sfruttarla per unirci a tante istanze diverse del territorio.

È sicuramente un ottimo progetto questo di avvicinare la biblioteca alla città in modo più forte. È sorto però il problema legato alla ristrutturazione del museo, ristrutturazione che non prevede la biblioteca stessa. Che succede?

Allora, esistevano dei finanziamenti europei che stavano per essere persi. Il Consiglio di Amministrazione ha elaborato un piano di emergenza, la signora Pecci ha donato un progetto al Comune e il Comune l'ha acquisito a costo zero mettendo in opera la macchina di attuazione in tempi stretti.
In questo Centro ci sono 23 dipendenti, più della metà dei quali part time e tutti oberati da una gran mole di mansioni. Tutto questo perché abbiamo alle spalle esperienze importanti, iniziate da personaggi importanti - Munari per l'educazione, Tazzi per la biblioteca - e ne è quindi sorta una mole di impegni irrinunciabili che continuano a dare molto lavoro. Del resto sono sorti altri impegni e altri progetti, altri carichi, per esempio stiamo lavorando a una acquisizione molto importante che potrebbe significare il raddoppio della biblioteca.
Del resto siamo a Prato e dobbiamo dire che Prato ci aiuta, ma Prato non è quella grande città ricca di risorse in cui altre realtà simili alla nostra possono vantare appoggi ben più sostanziosi.
Allora ciò detto, consideriamo che da quando il progetto è stato acquisito è passato pochissimo tempo e noi stiamo già lavorando alla sua realizzazione da tre mesi, son tempi che in altre situazioni avrebbero visto il solo lavoro di progettazione.

La rivista SCHEDA ogni mese presenta un tema, il tema di questo mese è quello del disagio. Per quanto riguarda la realtà del Centro per l'Arte Contemporanea tale disagio l'avremmo individuato nella locazione della biblioteca, problema che ci è sembrato grave nei confronti della città. La domanda è se ci sono a livello istituzionale delle forme di garanzia sulla permanenza in qualche luogo della biblioteca oppure no

La biblioteca è inscritta a statuto e rientra tra le funzioni dell'Associazione. Tutte le volte che soffriamo di quelle che sono le tempeste nel mondo della cultura la biblioteca soffre sempre di una sua fragilità perché rappresenta il momento di studio, da addetti ai lavori e di persone che sono già interne al mondo dell'arte. Non soffre di problemi di locazione, soffre di quello che potrà essere il suo sviluppo. Aspettiamo a giorni la soluzione di un paio di problemi fra i quali questa acquisizione di 40000 pezzi per esempio e, del resto, è difficile progettare a lunga scadenza in questi tempi in cui manchiamo di quella solidità che altri musei hanno e che tuttavia vedono questi musei invidiare la nostra biblioteca e non noi le loro.

Speriamo dunque di trovare una collocazione adeguata alla biblioteca del Centro

speriamo che possiamo ritrovare voi nei locali della futura biblioteca e di incontrarci con gli utenti di SCHEDA per parlare insieme di arte

Ignazio Fresu

 
     
     
 
 
 
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