di Ignazio Fresu
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Ignazio
Fresu intervista Angelo Formichella,
assessore alla cultura
di Poggio a Caiano
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Comune di Poggio a Caiano nasce come
porto fluviale dell'agglomerato oggi
pratese, poi sotto i Medici si ha l'intervento
eccezionale della Villa Medicea e della
struttura agricola assolutamente sperimentale
ad essa connessa. La villa era dedicata
a speciali convivi dei neoplatonici
e la struttura stessa ne rispecchia
la finalità.
Ignazio Fresu Come
comune Poggio a Caiano è uno
dei più giovani comuni d'Italia,
nasce nel 1962. Data la sua recente
nascita e l'esiguità degli abitanti
(non raggiungono i 10.000) e del territorio,
risulta straordinaria la nascita nell'arco
degli ultimi dieci anni di due importanti
realtà museali: quella della
Natura Morta (primo e unico museo italiano
del genere) e quello di Soffici. Com'è
stato possibile?
Angelo
Formichella Il museo della
Natura Morta è un museo nazionale,
dello Stato. Noi e la Provincia di Prato
abbiamo collaborato con lo Stato per
questo museo che non è solo il
primo d'Italia è anche il primo
d'Europa e quindi il primo del mondo,
cioè l'unico. Rappresenta la
miglior produzione europea di questo
genere. 200 opere stabilmente esposte
e altrettante nel magazzino. Ciò
garantisce una dinamicità espositiva
garantendo una certa ciclicità
delle opere in mostra.
L'allestimento rispecchia le finalità
con cui le opere furono commissionate
e concepite, destinate sia ad abbellire
gli ambienti ma anche ad indagare la
natura.
La
sovrabbondanza delle opere permetterà
anche una circolazione all'estero come
quella prevista a breve a Shanghai.
Ignazio Fresu Per quanto
riguarda il museo Soffici si può
senz'altro dire che sia anch'esso una
realtà unica e originale per
la quale sono stati ottenuti finanziamenti
anche dall’Unione Europea. Oggi
che non esistono più mecenati
si può dire che le strutture
pubbliche li sostituiscano?
Angelo
Formichella Sì forse,
ma in modo diverso. Intanto Poggio ripara
a un debito morale verso Soffici stesso.
Il comune nasce nel 62 e Soffici muore
nel 64 ma fa in tempo a disegnare il
simbolo del comune. Con il museo colmiamo
un debito rispetto a Soffici. Ardengo
affermava che lui era diventato il luogo
e il luogo era diventato lui. Voleva
richiamare quel modo toscano di essere
artista legato ad un luogo, un’unità
profonda fra luogo e artista.
Il
museo non si prefigge tanto la mera
esposizione delle opere ma vuole essere
un centro studi, miriamo a una raccolta,
in originale o in copia, di tutta la
produzione letteraria e artistica dell'uomo
per indagare da qui su tutto il Novecento
artistico toscano di cui Soffici fu
il rinnovatore e il caposaldo. Questo
centro può contribuire a promuovere
gli artisti non tanto dandogli spazi
(anche) ma soprattutto rianimando un
fermento sulla produzione artistica
in Toscana.
Ignazio
Fresu
Negli anni scorsi sono state realizzate
importanti mostre d'arte. Intendete
continuare in queste iniziative?
Angelo Formichella
Abbiamo anche una posizione
facilitata per farlo. Ogni qualvolta
che apriamo questo forziere incredibile
che è la villa Medicea ne scaturiscono
sempre tracce importanti per eventi
artistici da approfondire.
Per
esempio rispetto a Bartolomeo Bimbi
per la prima volta abbiamo catalogato
la sua intera produzione. La stessa
cosa abbiamo fatto per un artista barocco
fiorentino, il Gabbiani, riuscendo a
portare tante delle sue opere sparse
in Toscana e in altre regioni rielaborando,
di questo importante virtuoso pittore,
un profilo assai più completo.
Ignazio
Fresu puoi dirci qualcosa di
più sul Parco della Piana?
Angelo
Formichella Si tratta di un
progetto della Regione al quale partecipiamo
con entusiasmo. È del resto un
progetto che potremmo dire inizi molti
secoli fa con le Cascine che oggi chiamiamo
di Tavola ma che erano le cascine di
Poggio a Caiano, parte di questa fattoria
eccezionale che nasce come programmo
agricolo-ambientale. Lorenzo il Magnifico
aveva idee chiarissime su questo luogo
che pianifica con precisione: come produzione
agricola, come luogo di ozio intellettuale
e con altri interventi architettonici
che continuavano sulle colline.
Il
Parco della Piana sembra continuare
questo spirito. Un parco che è
dunque tante cose: parco agricolo recuperando
attività umane a ridosso dell'abitato,
ma anche progetto culturale come lo
era nella mente di Lorenzo il magnifico.
Ignazio Fresu Ultima
domanda: il recente interessante dibattito
da voi organizzato sullo stato dell'arte
in Toscana. Intendete proseguire su
questa indagine e questo approfondimento?
Angelo
Formichella In effetti quell'iniziativa
si innesta in modo centrale nelle nostre
intenzioni: mettere insieme i responsabili
delle varie realtà artistiche
e culturali metropolitane per monitorare
e riflettere sul fenomeno artistico:
per fare arte bisogna capire dove vogliamo
andare.
Quel
piccolo simposio produrrà un
Quaderno Sofficiano – quella dei
quaderni era in realtà era preesistente
ai nostri musei: si tratta di agili
quaderni economici che possono facilmente
circolare ed essere di stimolo e di
riflessione.
Ignazio
Fresu
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