STREET
ART.
TENDENZE E ARTISTI DI UN MOVIMENTO
INTERNAZIONALE.
Street-art.
Arte di strada. È
dietro questo termine mass-mediologico
che si nasconde una delle più
imponenti tendenze dell’arte
contemporanea.
Lo spray, il graffito,
lo stencil, la sticker art sono
solo alcune delle tecniche attraverso
le quali si manifesta il lavoro,
silenzioso, per lo più
occulto, spesso illegale, di
migliaia di artisti, alcuni
dei quali ormai di fama internazionale.
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Con
l’espressione “street
art” si intendono
tutte quelle manifestazioni
artistiche praticate in luoghi
pubblici che hanno per supporto
muri di edifici, manto stradale
e arredo urbano. Il passaggio
dallo studio della parola e
della lettera alla creazione
di vere immagini artistiche,
non più solo tramite
spray ma mediante altre tecniche
come adesivi, stencil
o vere sculture
all’interno del contesto
urbano, ha consentito l’evoluzione
dal “graffito”
e dal “writing”,
termine in uso fino agli anni
’90, e ha portato alla
creazione di un vero e proprio
movimento oggi in parte istituzionalizzato
nella relazione con i comuni
e le città e la collaborazione
con musei e gallerie.
Nonostante
la crescente formalizzazione,
l’origine ed il significato
più profondo della street
art si colloca sempre
nel suo essere profondamente
contestataria e provocatoria.
La filosofia dei writer
spazia dal semplice
desiderio di abbellimento della
metropoli ad alcune delle più
esplicite manifestazioni di
dissenso verso fenomeni di disagio
sociale come l’emarginazione
e la frenesia cittadina. In
generale la contestazione degli
artisti della strada comprende
il desiderio di riappropriarsi
dello spazio urbano, specie
di quello privato, e di reinventare
il sistema dell’arte generando
un modo più esteso e
“democratico” di
far conoscere ed apprezzare
l’opera di un artista.
Solo considerando questi intenti,
l’eredità pop del
“movimento della strada”
appare lampante anche ai non
addetti ai lavori. A questa
poetica vanno aggiunti i continui
riferimenti alla cultura popolare
dei soggetti dei graffiti e
delle opere realizzate mediante
stickers o stencil.
Tra le immagini, le più
diffuse sui muri delle città
sono le effigi di personaggi
icone della storia, come Martin
Luther King o JF Kennedy, sino
a provocatori ritratti di Hitler
oppure icone eterne di un tempo
passato come Elvis o Marilyn
Monroe.
Inoltre è all’immaginario
pop che è possibile ricondurre
alcuni dei più noti artisti
di strada.
Il più famoso writer
del mondo oggi è Bansky.
Attivo già a Londra dai
primi anni del 2000, di lui
si sa solo che è cresciuto
a Bristol, mentre sulla sua
identità è steso
tuttora un alone di mistero.
I temi più comuni delle
sue opere sono la libertà,
il pacifismo, l’antiproibizionismo,
temi che si manifestano con
opere di denuncia della brutalità
della repressione poliziesca
e della violenza in generale.
Sono ormai diventate molto note
al grande pubblico, soprattutto
per il messaggio che veicolano,
le opere realizzate in Cisgiordania
che raffigurano squarci nel
muro a trompe d’oeil
che permettono di "vedere"
cosa si trova dall'altra parte.
A queste tematiche sociali si
affianca la celebrazione dell’icona
pop, della fusione tra il notissimo
e lo straniante, raggiunto anche
mediante il ricorso al fumetto
e a colori sgargianti come da
insegnamento di Warhol e compagni.
In Italia i due centri più
floridi per quanto
riguarda l’arte di strada
sono di certo Milano
e Bologna. Nella metropoli
del nord Italia la street art
si concentra su interventi finalizzati
a coinvolgere il più
possibile l’attenzione
dei passanti, per intercettare
un pubblico il più vasto
possibile, con decorazioni di
piccola e media grandezza, in
un contrasto stridente con l’area
metropolitana. Alcuni degli
artisti milanesi più
noti sono Bros,
che lavora soprattutto con teloni
e strutture appese a palazzi,
Abominevole e Ozmo
attivi in tutta Italia dal 1999,
lo stencil artist Orticalnoodles.
Pao, Microbo e Bobo130,
artisti spesso in collaborazione
tra loro.
A Bologna invece gli artisti
di strada prendono per lo più
di mira aree dismesse e periferiche
preferendo realizzazioni su
grande scala ma meno polemiche.
Sono bolognesi alcuni dei writer
italiani più noti nel
mondo come Blu, street
artist e video maker, il collettivo
Ericailcane, Dado e
Stefy.
I due writer italiani più
famosi sul circuito internazionale
sono però senza dubbio
Lex e Sten.
Romani, anch’essi legati
ad un anonimato che più
che proteggerli li mantiene
saldi unicamente alla loro opera,
sono considerati i pionieri
in Italia della “stencil
graffiti”. Da
un inizio in cui oggetto delle
loro rappresentazioni erano
per lo più i protagonisti
del b-movies come Bruce Lee
o delle serie tv come il tenente
Colombo, oggi la loro produzione
spazia dalla riproduzione di
dettagli di francobolli e banconote
alle illustrazioni di Gustave
Dorè. Il loro merito
nel campo della street
art italiana è
stato riconosciuto recentemente
dallo stesso Bansky che li ha
inivitati in occasione del Can’s
Festival di Londra
in cui i tre artisti hanno realizzato
un murales in collaborazione.
A
tre decenni dalla sua comparsa,
la street art è
ormai diventata un vero fenomeno
di costume, contaminando, ovviamente,
il mondo della pubblicità
ma anche quello dei media,
della moda
e della grafica
in generale. Un movimento artistico
nato dalla società e
ritornato alla società
come la più pop
delle forme d’arte,
sembra essere l’ultimo
tassello di quella fusione dell’arte
con l’immaginario popolare
e la società dei consumi.
Eppure la street art non è
solo un fenomeno di costume,
essa cela al suo interno alcune
delle più interessanti
manifestazioni artistiche contemporanee
in quanto si fa portatrice delle
tendenze creative di una generazione
relativamente giovane che in
molti casi si dimostra persino
più innovativa degli
artisti quotati che popolano
annualmente biennali e fiere
d’arte.
Aurora
Tamigio
Gennaio 2011
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