IL
SEGRETO SVELATO a
cura di Martina Adamuccio
28 febbraio | 18 aprile 2015
- Inaugurazione sabato 28 febbraio
ore 18,30
La
Loft Gallery è lieta di presentare
Il segreto svelato, la prima mostra
personale in galleria di Marco Demis
a cura di Martina Adamuccio.
Un
percorso quello de Il segreto
svelato, che ci porta a percorrere
un cammino nella vita artistica dell'artista
e che presenta un excursus dei suoi
lavori passati e nuovi uniti a disegni
lavorati con una pittura fresca e
genuina.
Corpi
e figure confinati in un
ambiente ideale che vorremmo esistesse
ma non c'è, le figure occupano ambienti
a loro estranei che portano l'osservatore
ad un percorso immaginario da percorrere
per arrivare a comprendere. Ma la
bellezza di tali opere si trova proprio
in questo percorso che ognuno di noi
è costretto ad affrontare.
Occhi grandi e profondi quelli delle
figure rappresentate, e se gli occhi
sono lo specchio dell'anima, Il segreto
svelato è l'apertura attraverso gli
stessi verso un mondo interiore e
profondo a cui a noi è vietato entrare.
Quello che interessa l'artista, infatti,
è “la seduzione e il non detto e non
la fascinazione” che da essa ne possono
scaturire, e cosi Marco Demis trova
l'espressione solo “un espediente,
una spontaneità premeditata in funzione
di una provocazione”.
L'utilizzo
preponderante della figura
non impedisce però la contaminazione
con oggetti satellite che intorno
ad essa vengono rappresentati. Gli
stessi tendono a caricare di significati
remoti i singoli lavori che dialogano
in questo modo con spazi, geometrie
e decorazioni arabesche che con il
loro apparente disordine negano in
sé l'ordine stesso di ogni lavoro.
Il segreto svelato consiste proprio
nell'evocazione di qualcosa che va
oltre l'apparenza e ciò che viene
dalla realtà rappresentato.
Loft Gallery
via Margherita 47, 87064 Corigliano
Calabro (Cs) | www.loftgallery.it
| +39 347 5948491 |
15 – 22 febbraio
2015 11Dreams Art Gallery
Via Rinarolo, 11/C - 15057 Tortona
(AL) - Orario: tutti i giorni 16 –
19
Non tutti gli artisti
hanno l’indole felina. E non da tutti
i ritratti fatti dagli artisti che
la possiedono proviene la vocazione
che cerca, “trova”, analizza e invita
il potenziale ricettore, ritenuto
in grado di captarla, a svelarne la
vera natura nascosta dai lineamenti
umani, apparenti e posticci.
I connotati che in superficie si vedono,
in alcuni di questi ritratti realizzati
in vari periodi centinaia di anni
fa, danno forma a una maschera che
nasconde i connotati veri, la “corretta”
fisionomia del volto, le cui sembianze
sono, per l’appunto, feline. Ovviamente.
Perché felina poteva anche non essere
la persona ritratta, ma lo era senz’altro
l’artista che queste figure aveva
davanti. Non sempre. Sì, in particolari
occasioni: sicuramente nel tempo di
posa, e ancor di più nel tempo della
pittura.
Se l’artista avesse potuto, con occhio
rapace, prelevare la vita a chi stava
posando per mescolarla ai colori l’avrebbe
fatto.
La compagnia, in
qualche caso di una rana, sopra la
testa o un copricapo, si rivela un
aiuto concreto ed è ben accetto, facilita
il passaggio da stato a stato, da
una sterile inerzia allo sviluppo
di una progressiva vitalità; l’affinità
formale esistente tra rana e gatto
suggerisce la coesistenza pittorica
come proficua per tutt’e due. In due
si vede meglio, da una posizione sopraelevata
si può vedere più lontano; anche,
per mezzo di un salto, quel che c’è
al di là del muro e del buio. In più,
come occhi di gatto, questi dipinti
di figure, che da secoli osservano
chi transita loro davanti, riescono
a vedere nel buio quasi totale, perché
una tela intelaiata per un ritratto,
pure una tavola preparata, nelle mani
giuste e con occhi idonei, sono già
retina, sono già immagine e cervello.
Quindi, la trasposizione felina dei
ritratti, scelti, in un primo tempo
tra i tanti possibili, non a caso
ma secondo un appropriato e puntuale
metodo, un criterio visivo atto a
misurarne la predisposizione, l’itinerario
e l’obiettivo predestinati, viene
valutata poi da un sentimento animale
o sesto senso che dir si voglia, e
determina l’avanzare sicuro e irreversibile,
senza possibilità alcuna di pentimento,
titubanza o sgambetti stilistici,
di un nuovo personaggio emergente
che a tutti gli effetti sostituisce
il precedente.
In ogni caso non
è la persona ritratta, che secoli
fa aveva quelle fattezze, ad essere
in gioco. Quella persona, che allora
si muoveva, parlava, pensava, viveva,
invecchiava, cessò di esistere, nel
quadro, nel momento in cui il pittore,
firmando o no quanto aveva fatto,
finì di dipingerlo. Rimase l’energia
pittorica in sé; da lì, ciò che essa
oggi contiene, la verità occulta.
Il carattere felino della rivelazione,
inoltre, si riversa nella libertà
mai azzerata dai confini del supporto,
dai limiti della tavola o della tela,
in una domesticità mai totale nella
collocazione fissa, in una sistemazione
di convenienza o dettata da variabili
esigenze estetiche. In un’ostentata
evidenza che ne mostri prima luci
e contrasti, dopo colori e forme.
Infine lo sguardo.
La pittura, certa pittura, ha una
vita a sé che prescinde da quella
degli umani. E degli umani, che in
fin dei conti sono stati e sono solo
mezzi, scopre e si abitua al fatto
che cambiano, si avvicendano; si accorge
che nei loro confronti ha un punto
di forza: diventa da essi indipendente
e ad essi sopravvive.
Sarebbe interessante
che qualcuno in futuro cambiasse a
sua volta questi quadri felini. Io
l’ho già fatto, una volta. Traendone
disegni e dipinti non-morti.
La
grande odalisca da Ingres,
Sonia da Fantin-Latour, Dama con liocorno
da Raffaello, Bambina della famiglia
Redetti da Moroni, Il conte Guriev
da Ingres, Uomo col turbante da van
Eyck, Ritratto di musico da Leonardo,
Madame Leblanc da Ingres, La marchesa
D’Adda Falcò da Hayez, L’avvocato
da Moroni, Ritratto di vecchio seduto
da Moroni, Madame Marcotte da Ingres,
Autoritratto da Hayez, Agnolo Doni
da Raffaello, Baldassarre Castiglione
da Raffaello, Madame Devauçay da Ingres,
Madame David da David, Ritratto di
fanciulla da Tiziano, L’Ariosto da
Tiziano, Lucrezia del Fede da Andrea
del Sarto, Dama con ermellino da Leonardo,
Giovanni Arnolfini da van Eyck, Giuseppe
Roberti da Hayez, La buona ventura
da de La Tour, La Belle Ferronnière
da Leonardo, Autoritratto a ventiquattro
anni da Ingres, Autoritratto a settantotto
anni da Ingres.
Feliscatus
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